Incandescenze: un’esperienza percettiva dedicata al colore rosso

Incandescenze 

David Scognamiglio

14 maggio ore 20

Studio Oculistico D’Azeglio

Piazza Galileo, 6 Bologna

Art City White Night

The Beautiful Eyes Series presenta “Incandescenze”, il progetto espositivo di David Scognamiglio , che inaugura sabato 14 maggio presso lo Studio oculistico D’Azeglio, in Piazza Galileo 6, a Bologna, a partire dalle ore 20 .

L’artista, di origine italiana e con un percorso artistico che attraversa Europa e Sud America, porta in scena due installazioni ambientali ed una serie composta da 13 nicchie scultoree.

La mostra si inserisce nel programma dell‘Art City White Night durante la settimana dedicata all’arte contemporanea, in occasione di Arte Fiera.

Il lavoro di Scognamiglio prende avvio dalla ricerca di un equilibrio alchemico intorno alla luce. Questa, depurata dalla patina tecnologica dei led, torna allo stato mistico del lampo, del fuoco primitivo, del materiale incandescente.

Punto di partenza è uno specifico materiale: il nichel cromo sotto forma di fili sospesi percorsi da impulsi elettrici. Quando il nichel riceve una scarica tenue, il filo vibra. Incrementando il voltaggio, la vena metallica emette una radiazione infrarossa e un alone di calore si sprigiona. A maggior intensità il metallo si espande fino a diventare incandescente ed emettere luce.

Le opere di Scognamiglio sono costituite da strutture esili che dialogano con la percezione e le emozioni di chi le osserva, andando a costituire tre diversi interventi:

un’installazione site-specific inizialmente impercettibile, composta da fili metallici che, una volta incandescenti, svelano un’architettura luminosa, leggera e sospesa;

una sequenza di nicchie, all’interno delle quali segni luminosi scandiscono, in codice morse, i versi che alludono al Dio Ra: la divinità egizia del Sole. “Io sono colui che aperse i suoi occhi, e ci fu la luce. Quando chiuse i suoi occhi, cadde l’oscurità”;

un raggio laser che si propagherà all’esterno dello spazio espositivo; per disorientare la scala percettiva dell’osservatore portando lo sguardo sul paesaggio.

 

Con Incandescenze, l’artista stimola l’incontro di ciascun individuo con la propria soggettività , quale metafora fra visione interiore e sguardo sul mondo.

L’esposizione invita ad una molteplicità di riflessioni, indagando i limiti del nostro universo visivo, suggerendo che la nostra visione del reale è solo una delle molteplici esistenti.

Alcuni animali sono in grado di vedere l’infrarosso. I serpenti ad esempio, vedono le prede a sangue caldo grazie a recettori termici posti sotto gli occhi che il cervello associa alla visione oculare. Nel caso umano la radiazione infrarossa non è percepibile.

“Lavorando su un’opera che ad un momento dato emette una radiazione invisibile all’occhio umano, Scognamiglio esamina la condizione umana: l’impossibilità di percepire la realtà nella sua integrità.” Afferma Ylenia Rose Testore, autrice del testo critico che accompagna la mostra.

Ma l’opera mette il visitante di fronte ad un altro punto: permettendo di vivere un parallelismo con un’intrinseca condizione dell’autore il quale, avendo una forma di daltonismo, non percepisce determinate tonalità di colori.

L’esposizione diviene quindi un viaggio interiore attraverso elementi reali e irreali, legato all’unicità di ciascun individuo di esercitare l’esperienza del visibile e alla consapevolezza delle proprie capacità visive.

Giunta alla sua settima edizione, la rassegna The Beautiful Eyes Series, nata da un’idea del neuro-oftalmologo Piero Barboni, socio fondatore insieme a Giacomo

Savini dello Studio Oculistico D’Azeglio, e da una collaborazione con l’artista Umberto Ciceri che ne ricopre il ruolo di direttore artistico, si pone l’obiettivo di fornire “conoscenza emotiva” rivelando la meraviglia dei meccanismi della visione umana.

La rassegna chiama a sé scienziati, artisti, studiosi ed appassionati per lavorare insieme sulla “dimensione estetica della ricerca scientifica”.

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