L’Intelligenza Artificiale al servizio dell’Arte

Filippo Tincolini: l’Intelligenza Artificiale al servizio dell’Arte

Sensuali sculture in marmo avvolte, fasciate, coperte da un velo, idealmente protette dallo sguardo dello spettatore.

Quello di Filippo Tincolini è un intervento artistico su temi e figure dai richiami classici con tecniche e strumenti estremamente avanzati.

Le sue opere combinano metodi di lavorazione tradizionale con l’impiego di robot antropomorfi e scanner laser 3D.

Classe ’76, Tincolini con le sculture ci è cresciuto: nativo di Pontedera, appena adolescente si trasferisce a Lucca, poco distante dalla patria del marmo, Carrara, dove oggi ha fondato un vero e proprio laboratorio in cui la tecnologia è al servizio dell’Arte Contemporanea.

Qui Robot-scultori, sapientemente guidati da input e software impostati dall’artista, agevolano il processo di lavorazione del marmo.

Tincolini non può fare a meno di immaginare un mondo dove le macchine compiono i lavori più usuranti e rischiosi, ed è per questo che riconosce l’importanza e la necessità della robotica in campo artistico.

Una nuova era non più fatta di soli scalpelli e polvere, ma di intelligenza artificiale sotto forma di braccia meccaniche, guidate dall’uomo, che presiede ad ogni fase di realizzazione dell’opera: dal disegno, dalla suggestione iniziale, alla fase sperimentale, sino al labor limae finale interamente realizzato a mano, come a testimoniare una calligrafia unica ed irripetibile.

Una maniera avanguardista di guardare al futuro della scultura, di cui è stato invitato a discuterne all’ultima edizione dell’Italian Tech Week di Torino, insieme ad ospiti internazionali del calibro di Elon Musk.

“Mi piace pensare ad opere che non siano solo frutto dell’idea e del concept che ne è alla base, ma anche figlie della tecnica e della tecnologia che aiuta a realizzarle. La materia e la sua trasformazione sono cardini del mio processo creativo. Nei miei lavori cerco di stravolgere la percezione della scultura classica ispirandomi a diverse culture, a temi attuali e anche alle nuove tecnologie, proponendo una combinazione dinamica di materiali, metodi e concetti.” Sottolinea Tincolini.

Opere sospese tra reale e surreale: è eclatante nel caso di Spaceman – il titolo della scultura  che vuole rappresentare il contrasto tra la corsa allo spazio e il potere intrinseco della natura. In questa lotta è la natura ad avere la meglio e a riappropriarsi dei suoi spazi,  come spesso accade nei lavori dello scultore toscano. Temi scottanti come quello ambientale fanno capolino in modo giocoso e provocatorio per invitare a riflettere con ironia su problematiche apparentemente lontane ma che riguardano tutti da vicino.

Perché un’opera è realmente forte se all’estetica riesce ad abbinare la potenza comunicativa di un messaggio, destinato ad arrivare ai posteri, che sia esso di natura percettiva o politica.

“ Nei primi anni della mia formazione guardavo ai miti della nostra tradizione da Michelangelo, Bernini, a Canova. Una volta apprese le tecniche di lavorazione, ho cominciato a guardare anche i grandi artisti contemporanei: Koons, Hirst e Cattelan.

Conoscere e rielaborare il passato ci permette di definire una traiettoria,  una tappa o il traguardo di una visione futura.”

Tincolini fa fiorire le sue sculture, le fa assumere nuove forme , portando avanti una tradizione millenaria, quella della scultura, che inevitabilmente si trasforma, perché figlia dei suoi tempi.

Da circa un anno collabora con la Liquid Art System, con cui ha iniziato ad esporre in Florida in occasione di Art Miami, poi di Art Wynwood e Palm Beach Contemporary , le fiere di settore d’oltreoceano che si susseguono da dicembre a marzo. Ed ora è pronto per approdare negli spazi espositivi di Capri con una serie di opere inedite.

AnnaChiara Della Corte

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